È corretto trovare nel Müller-Thurgau sentori simili a quelli del Sauvignon Blanc. Bosso (“pipì di gatto”) e note vegetali sono tipiche del vitigno. A stabilirlo è una ricerca condotta dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige – Fondazione Edmund Mach (TN), insieme a 6 università italiane.
La notizia è stata anticipata da Mattia Clementi, ex presidente e attuale membro del Comitato Mostra Valle di Cembra, che ha parlato di fronte alla sala di esperti del settore chiamati a giudicare gli 82 vini iscritti al 19° Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau, giovedì 17 giugno a Cembra. Altrettanto tipiche, sempre secondo l’Istituto trentino, le note di pompelmo. Meno quelle “aromatiche”.
IL PROFILO DEL MÜLLER-THURGAU
I dettagli della ricerca saranno oggetto di approfondimento durante la XXXV rassegna Müller Thurgau: Vino di Montagna, in programma a Cembra dal 30 giugno al 3 luglio. Tra gli appuntamenti da non perdere, anche l’annuncio dei vincitori del Concorso che ha visto protagonisti 55 Müller Thurgau italiani e 27 esteri (18 dalla Germania e 4 a testa da Svizzera e Repubblica Ceca).
Nato tra il 1882 e il 1891 dall’incrocio di Riesling Renano e Madeleine Royal, per mano del prof Hermann Müller, il Müller Thurgau è un vitigno che matura al meglio in montagna. In Valle di Cembra, dove occupa il 40% del vigneto complessivo, la varietà ha trovato la sua terra d’elezione, grazie a terreni porfirici e alla forte escursione termica.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.